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Il 29 Giugno 1818 nasce a Reggio Emilia in una modestissima casa di Via Porta Brennone, dove il padre Antonio vive con la famiglia e tiene la sua bottega di falegnameria, Angelo Secchi, cui la vivacissima intelligenza consentirà di percorrere, malgrado le umili origini, una straordinaria carriera coronata da importantissimi riconoscimenti da parte degli ambienti scientifici internazionali.

Nel 1867, parteciperà al Expo internazionale di Parigi: in quella occasione verrà insignito dallo stesso Napoleone III della Legion d'Onore e riceve una medaglia d'oro per il suo Meteorografo. Le sue opere, oggi, sono conservate nella biblioteca di Castel Gandolfo fra i testi antichi insieme a quelle di Copernico, Galileo, Newton, Keplero, Brahe, Clavius, a riconoscimento del grandissimo apporto da lui dato nel campo dell'Astrofisica.

Se è questo il settore nel quale A. Secchi realizza i risultati più eclatanti, il suo campo di ricerca scientifica passa però attraverso altri settori quali la geodetica, la meteorologia, l'astronomia, per approdare infine all'astrofisica.

Il giovane Angelo Secchi si forma nell'ambito della scuola dei Gesuiti il cui ordine era stato ristabilito da Papa Pio VII nel 1814 pochi anni prima della sua nascita. Dopo Reggio, dove le scuole dei gesuiti avevano sede a Palazzo S. Giorgio, frequenterà il ginnasio a Bologna per essere poi mandato a Roma nel Collegio Romano che era il più importante centro di studi della Compagnia di Gesù e sede della Casa Generalizia dell'ordine.

Forse per questa ragione Angelo Secchi, diventato Padre Angelo quando nel 1847 prende i voti, lega la sua vita e la sua carriera alle sorti dell'ordine del quale segue le alterne vicende nel difficile periodo della storia italiana che va dal 1848 agli anni 1870.

Quando infatti, con la nascita della Repubblica Romana di Mazzini, l'ordine dei gesuiti è costretto all'esilio, Angelo Secchi segue i suoi confratelli e si trasferisce a Stonyhurst, in Inghilterra, e quindi, alla fine di Ottobre dello stesso anno, a Georgetown, presso Washington, dove insegna all'università e lavora all'osservatorio astronomico diretto da Padre Curley.

Secchi rientra in Italia nel 1849 e riceve l'incarico di direttore dell'osservatorio del Collegio Romano, posizione precedentemente assunta da Clavius e Boscovich. Angelo Secchi velocemente completa il progetto per costruire un nuovo osservatorio su uno dei pilastri di sostegno della chiesa di S. Ignazio, la cui poderosa struttura era stata prevista per sostenere una cupola di 80 metri d'altezza mai realizzata. Il nuovo osservatorio viene inaugurato nel 1852 e vede fra i suoi strumenti un cannocchiale Cauchoix dotato di un obiettivo di 16 centimetri e un rifrattore Merz di 24 centimetri di copertura.

Nel suo osservatorio lo studioso compie ricerche di grandissima importanza sul Sole del quale, nel 1860, fotografa l'eclissi rivelando le grandi potenzialità del nuovo strumento fotografico. In quello stesso 1852 avviene la riscoperta della cometa di Biela della quale ritrova due frammenti. Osservando che la chioma di questa cometa lasciava trasparire una stella di magnitudine 10, ricava la teoria della scarsa densità di questi corpi celesti e li definisce "un niente visibile". Procedono intanto anche gli studi sulle stelle la cui composizione viene analizzata tramite lo spettroscopio. Angelo Secchi ne classifica oltre 4000 e la sua classificazione resta utilizzata per molti anni. Anche i pianeti sono oggetto dei suoi studi, specialmente Giove, del quale individua la forma gassosa, e Saturno, del quale studia gli anelli. Secchi osserva le linee scure che collegano i due emisferi di Marte e li chiama canali come se fossero opera artificiale di esseri viventi. Questi studi saranno poi ripresi da Schiaparelli. Secchi non trascura la Luna della quale lascia disegni e fotografie. Per questi contributi gli viene dedicato un cratere situato tra il Mare della Tranquillità e quello della Fertilità. Nel 1862 comincia ad uscire il Bollettino Meteorologico dell'istituto, nel ' 64 l 'opera intitolata "L'Unità delle Forze Fisiche" .

Sono però questi gli anni in cui nasce il Regno d'Italia e si profilano i difficili rapporti con lo Stato della Chiesa acuiti dalla Questione Romana. 20 Settembre 1870, la conquista di Roma coinvolge anche lo scienziato; il Collegio Romano subisce gli effetti della Legge sulle Corporazioni Religiose ma il nuovo governo, riconoscendo la grandezza dello studioso, regolarizza la sua posizione con un decreto speciale e lo lascia al suo posto nell'osservatorio attribuendogli il ruolo di curatore. Solo dopo la sua morte l'osservatorio del Collegio Romano sarà definitivamente incamerato dal governo italiano. Il ministro Quintino Sella gli chiede anzi di spendere il suo prestigio per farsi mediatore nel difficile rapporto tra Stato e Chiesa, ma Angelo Secchi non accetterà questa funzione preferendo dedicare tutto il suo impegno all'unica passione della sua vita, la ricerca.

Le opere:
A. Secchi, "Quadro fisico del sistema solare", 1859
A. Secchi, "L'Unità delle Forze Fisiche: trattato di Filosofia Naturale", 1864
A. Secchi, "Le Soleil", Parigi, 1875
A. Secchi, "Le Stelle: saggio di Astronomia siderale", Milano, 1877

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